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Sulle registrazioni

Questo sito si ripropone di permettere agli utenti libero accesso ad una banca dati multimediale di un gran numero di titoli d’opera, da me eseguiti ove non diversamente specificato , entro il 2010.
L’ordine di grandezza è quello di oltre duecento brani.
Al momento in cui leggete, con ogni probabilità, tale numero di brani non sarà disponibile per intero.
Credo che ne troverete una cinquantina, forse qualcosa in più, ma tenete presente che questo sito verrà aggiornato settimanalmente: il brano non disponibile oggi potrebbe esserlo, disponibile, domani. Mi sono dedicato inizialmente alla registrazione di una buona quantità di studi classici, che facilitassero lo studio a casa dei miei allievi, studi scelti tra quelli che mi più mi aggradano. Poco alla volta potrò dedicarmi al repertorio da concerto, al repertorio acustico, a tante altre cose.
Il tempo, signori miei, il tempo.

Ho registrato questi brani in un lasso di tempo affatto ampio, pochi mesi, con cadenza settimanale.
Mi ha aiutato il mio caro amico e allievo Riccardo Giannetta, musicista e grande appassionato di tecnologia applicata alla musica.
Riccardo ha lavorato con me a questo progetto in tutto e per tutto e abbiamo, come si dice, sperimentato cammin facendo. Anche la veste grafica di questo sito è opera sua, al di là delle numerose suggestioni di cui mi assumo la paternità.
Abbiamo in mente di proseguire per un bel po’.

Ho suonato di giorno, di sera, d’estate e d’inverno. Con le mani calde, fredde, con l’umidità, col secco, col microfono lontano e col microfono più vicino. Con microfoni diversi. Con corde vecchie, con corde nuove, con chitarre diverse. Ho suonato con stati d’animo completamente differenti.
Mi era capitato varie volte di registrare in studi professionali, ma mai in proprio e segnatamente la chitarra classica.
Non stupitevi se i vari mp3 risulteranno assai dissimili l’uno dall’altro.
Alcuni brani li ho registrati “buoni alla prima”, molti altri li ho registrati più e più volte. Anche dieci, venti, trenta volte.
E questo indipendentemente dalla difficoltà del brano in esame: si pensi allo studio numero 1 del Papillon, certamente non arduo, e che avrò suonato credo cinquemila volte nella mia esistenza, e che pure mi ha fatto ammattire, e che alla fine non mi ha comunque soddisfatto. Se volete farvi quattro risate, andate alla piccola sezione intitolata orrori ed errori , là troverete audio sbagliati e video osceni. Mai preteso di essere un genio, anzi.
Bisogna provare per comprendere bene. Molti neofiti, bontà loro, ascoltano un brano registrato su CD e pensano di ascoltare un tizio che suona, ma questo non è vero.
Fin dagli anni settanta, quando ancora si tagliava su nastro, una registrazione professionale è il risultato di un’infinità di ritocchi. Dal canto mio, per ottenere un risultato minimamente accettabile, tale da non dovermi troppo vergognare se paragonato ad altro più valente esecutore, ho preferito suonare più volte lunghi periodi, che non piuttosto rifugiarmi nel taglio selvaggio.
Ho accettato spesso l’imperfezione tecnica, a tutto vantaggio di un linguaggio chitarristico più vicino alla realtà delle cose, meno ieratico e più sincero. Di alcune performance sono soddisfatto, di altre molto meno. Col tempo sostituirò le registrazioni più infelici con altre meglio realizzate.
Per ottenere una buona performance devono coincidere molti fattori: mani calde, cuore pulsante, bel tempo secco, chitarra ben predisposta, calma. Accordare questi elementi non è proprio uno scherzo, almeno per me.
E tuttavia, proprio là dove sono più manchevole, sento di avere realizzato il mio obiettivo, una chitarra in un ambiente di media grandezza, senza tante storie;
senza esagerati riverberi d’immenso.
Mi sono riproposto di registrare in un prossimo futuro una serie di sessioni in ambiente “auditorium” , specie la musica barocca ha bisogno d’aria per vivere. Vedremo.