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Allemanda II

Passarono un paio d’anni, o almeno così mi par di ricordare. Completamente frustrato, mi buttai di nuovo sul genere moderno. Imperava la new wave e fondai una nuova band, il nero mi stava anche bene e comunque non si poteva far diverso. Non ero ancora abbastanza libero per sbattermene delle tendenze. Mi conformavo, ero un tale cretino.
Questa mia decisione di tirar su una nuova band si concretizzò un bel pomeriggio durante il quale la revisione degli studi di Sor di Segovia fece un discreto svolazzo dal secondo piano fin sulla strada, un lancio assolutamente degno di nota e solo parzialmente voluto. Posso accreditare la notizia che Sor vola davvero.
La sera stessa, il mio vecchio bassista di qualche anno prima passò a trovarmi con una chitarra, che a dir suo qualcuno aveva dimenticato in sala prove da mesi, e che ora lui aveva deciso di rilevare, per così dire, a prestito. Si trattava di una Gretsch semiacustica con la paletta raffigurante la bandiera britannica, uno sballo di chitarra, che naturalmente prelevai dalle sue mani io pure, per così dire, in prestito d’uso. La vita, si sa, è fatta di furti.
Il gruppo però non andò un granché. Gli elementi erano davvero degni di menzione, c’era un tizio che lavorava già a quei tempi con un sequenziatore installato su computer, il mio vecchio ed eccellente batterista, avevamo una sala tutta nostra; mancava però l’ingrediente più importante, la determinazione, che a dire il vero possedevo solo io. In quel periodo me ne andai a fare un giro in un’altra grande città, nella quale insegnava uno dei miti, un chitarrista celebre del progressive italiano.
Mi ascoltò e mi disse che non sapeva a quale insegnante assegnarmi, lui non aveva il tempo di seguirmi, e comunque il mio stile era troppo personale per organizzare un lavoro a distanza con frequenza mensile, come si usava lì. Mi consigliò di procedere per conto mio. Nessun problema, pensai.

Passammo col gruppo mesi e mesi a preparare un repertorio originale che non riuscimmo a portare davanti al pubblico in neppure una sola occasione. Una sera mi ritrovai in una sala di un cinema e vidi un film, che ritraeva un uomo solo che viveva di musica con la sua chitarra. Uscito dalla sala non ero più quello di prima, qualche giorno dopo me ne andai dalla band, che evaporò in un baleno.

On stage